mtb XC… sempre a tutta !

04 set 2021

Già, i numeri non mentono e in questo caso testimoniano quanto sia importante saper andare “fuori giri “nella mtb xc.
Nel cross country il livello della perfomance in generale è sempre più alto, sono richieste sempre maggiori capacità tecniche e abilità di guida, intensità metaboliche elevatissime e forza esplosiva da vendere.
Per presentarsi ai nastri di partenza con le carte in regola è necessario fare un lavoro certosino, costante e soprattutto “high intensity”; da questo punto di vista non si può prescindere da proposte metodologiche che prevedano con frequenza gli aspetti anaerobici, ovviamente ben distribuiti e rispettosi dei tempi fisiologici e muscolari di recupero personale dell’atleta.
Con Luca Liviero, biker talentuoso, molto muscolare al punto di essere anche penalizzato nel rapporto peso/potenza, abbiamo deciso di porre maggior attenzione in questo ultimo anno di preparazione alle caratteristiche anaerobiche sia alattacide ma soprattutto lattacide , alla velocità pura e alla forza esplosiva .
Ovviamente non abbiamo completamente abbandonato altre importanti caratteristiche condizionali e metaboliche, complementari ma nel nostro progetto non prioritarie, come la forza resistente e il fondo, effettuato spesso a regimi prevalentemente di medio.
Mentre i lavori di tecnica e abilità di guida sono stati svolti ovviamente sul fuori strada, quasi tutti i lavori per le caratteristiche metaboliche e condizionali sono stati svolti su asfalto.
Minutaggio importante alla soglia, richiamo settimanale al lattacido, forza esplosiva frequente all’interno di questi lavori metabolici con scatti rilanci e mantenimento delle intensità per brevi periodi, questo il nostro principale menù.
Il prodotto ottenuto lo possiamo analizzare da questa ultima gara effettuata da Luca, un riscontro che se non avvallato da numeri veri avrebbe potuto sortire delle perplessità a chi lo racconti …soprattutto a chi ha una cultura teorica magari un po’ “antica “ e scarsa conoscenza del campo .
Partiamo innanzitutto dalla conoscenza dei recenti dati funzionali dell’atleta; a questo proposito, ben conoscendo la sua storia, possiamo dare piena fiducia ai dati rilevati.
Su di lui sono stati effettuati numerosi test che hanno dimostrato in un confronto trasversale un range di “variabilità “molto stretto, dati ovviamente rilevati e confrontati rispetto allo stesso periodo dell’anno.

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Ecco allora quanto successo in gara, un percorso multilap per 4.5 giri con partenza ai piedi della salita da ripetere appunto 4 volte come si evidenzia dal grafico dell’altimetria:

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Dal grafico del monitoraggio cardiaco si evince che la prestazione è stata ben gestita dal punto di vista metabolico in quanto non si notano cali di frequenza con il proseguire dei giri e in ogni passaggio in salita si sono sempre raggiunte frequenze cardiache prossime e addirittura superiori a 190 bpm ; tutti i tratti in salita nella loro totalità sono stati affrontati in fascia 180 /190 bpm !

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Per quanto riguarda l’espressione di potenza si notano frequenti periodi nel range 400/500 watt con almeno una decina di picchi oltre gli 800 watt e con un picco massimo di 1125 watt.

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La tabella di sintesi esprime nel migliore dei modi il senso della prestazione:
la frequenza cardiaca media dell’intera durata della prestazione , ossia 1h18’ , è stata di 181 bpm con un picco di 195 bpm ; se consideriamo che l’atleta presenta una f.c. di soglia anaerobica di 173 bpm, possiamo affermare che il lavoro complessivo è stato fondamentalmente eseguito a regime di debito di ossigeno; tutte le salite sono state affrontate abbondantemente fuori soglia e le discese , considerando l’impegno tecnico e lo stress fisico e mentale , quasi mai sotto i 150 bpm.
la potenza media normalizzata è stata di 330 watt , pressoché pari alla potenza di soglia; questa disparità rispetto alla f.c. è fondamentalmente determinata dalle fasi di relativo recupero che come sappiamo per la qualità potenza si rilevano in maniera immediata a differenza della f.c. dove il tempo di latenza non permette una riduzione dei valori in maniera così repentina ; le stesse discesa che comportano una decisa riduzione dei watt non comportano lo stessa veloce riduzione del parametro f.c. che per i motivi descritti sopra rimangono spesso elevati.

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A confermare quanto relazionato, ci aiuta in maniera evidente la tabella indicativa delle zone di lavoro metabolico impostata secondo i parametri personali e reali dell’atleta.

Si evidenzia infatti, che dal punto di vista cardiaco l’atleta ha lavorato per una percentuale pari all’ 93% in zona 5/6 ossia in soglia e sopra la soglia an.personale dell’atleta (173 bpm ) mentre dal punto di vista della potenza la percentuale comunque rilevante ha occupato il 45% della prestazione.

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In conclusione possiamo affermare che per sostenere certe performance, che di fatto sono necessarie per poter “rimanere in partita “ è necessario un percorso di preparazione specifico caratterizzato da molta qualità , benzina super per affrontare quel fuori giri che ti permette appunto di essere competitivo e di rimanere in gara.
Analisi doverose per un metodologo dell’allenamento che per contribuire al tentativo di raccogliere quanto seminato dall’atleta, ha il dovere (e anche il piacere) di suggerire proposte allenanti sempre più mirate e centrali rispetto alla performance agonistica richiesta e questo grazie all’evidenza dello stato dell’arte , allo studio del campo , all’analisi dei dati e alla “ sincerità “ dei numeri che , per mia grande soddisfazione, ancora una volta non mentono !

buon allenamento