e allora monitoriamola questa performance…
23 apr 2022Per dare continuità ai concetti pubblicati nell’articolo precedente, riguardante l’importanza del monitoraggio della performance agonistica per ottimizzare la proposta metodologica, oggi andiamo a “ spiare” una gara di triathlon 70.3 , focalizzandoci in particolare sull’ultima frazione , ossia quella di corsa .
Per i meno esperti della “triplice”, specifichiamo che si tratta di una mezza maratona ossia 21 km.
La competizione presa in esame è il mezzo ironman di Zeel am See , un evento ormai collaudato che si svolge da anni presso questa località austriaca a 650 metri s.l.
Per la precisione la misura effettiva della frazione di corsa è di 20,73 km.
Fig. 1. planimetria e altimetria corsa
L’atleta monitorato è un atleta di eccellente livello , proviene da un’esperienza semiprofessionistica di ciclismo, è un ottimo podista grazie alle sue doti innate, sia metaboliche che tecniche, ma trova il suo tallone d’achille nella disciplina del nuoto, dove da anni con regolarità e determinazione sta cercando di colmare quel gap che non proporziona ancora la capacità performante del nuoto rispetto a quella delle altre due discipline.
Di lui conosciamo i parametri fisici e metabolici di riferimento su tutte le discipline, presupposti indispensabili per poter effettuare le opportune osservazioni sulla performance individuale.
Solo conoscendo profondamente e soprattutto in maniera precisa l’atleta in esame, possiamo rendere significativi e soprattutto utili i dati ottenuti dal monitoraggio.
Non dobbiamo sottovalutare nemmeno l’aspetto mentale; uno dei valori aggiunti di questo soggetto è proprio la sua maturità e intelligenza tattica nell’affrontare la performance attraverso la scelta della miglior strategia di gara e la consapevolezza dei propri mezzi che proviene sia dall’esperienza che dall’intelligenza in senso lato del termine.
monitoraggio metabolico della performance:
la prestazione svolta dal soggetto in esame è riconducibile con estrema precisione a uno sforzo metabolico corrispondente al ritmo di fondo medio riferendolo in particolare al parametro frequenza cardiaca. Infatti, se noi andiamo ad analizzare i dati a consuntivo (fig.6) si evidenzia che la f.c. media è di 160 bpm corrispondente perfettamente al range di fondo medio rilevato nel test di valutazione funzionale eseguito esattamente cinque settimane prima della competizione.
Analizzando il grafico della frequenza cardiaca (fig. 2) si evidenzia come l’atleta in esame abbia appunto lavorato complessivamente sulla f.c. media di 160 bpm, anche se nel contesto dei 21 km ha fatto oscillare il battito tra 155 e 165 bpm, a testimonianza che il percorso non era perfettamente pianeggiante e regolare ma leggermente ondulato facendo registrare un differenziale di quota complessivo di circa 160 metri.
Altro dato interessante da rilevare è la frequenza cardiaca massima durante la performance, pari a 166 bpm, frequenza corrispondente al suo fondo veloce a testimonianza che l’atleta ha gestito lo sforzo in totale sicurezza controllando fin troppo, quanto meno sul finale , la spesa metabolica, insomma , con il senno del poi si poteva azzardare qualcosina di più !
Fig. 2. Frequenza cardiaca su base altimetrica
Tornado alle variazioni di frequenza cardiaca che si evidenziano sul grafico ( fi. 2 ) non possiamo che confermare che sono la diretta conseguenza delle variazioni del passo gara, ossia del ritmo di corsa, variazioni determinate dalla condizione fisico–metabolica dell’atleta, ma anche dalla diversa tipologia del percorso, da un falsopiano in salita o discesa e dai cambi di direzione (curve e inversioni a U per giro di boa).
Il passo medio è di 4’07”/km con variazioni che oscillano mediamente nel range 4’45”-3’45” con il passo migliore a 3’38”/km. (fig. 3 ; 6 )
Il dato finale della frazione podistica (rapportato ai 21 km ) è stato di 1h26’14” al passo medio di 4’06”/km facendo registrare il 39esimo parziale della classifica assoluta.
Fig. 3. Passo su base altimetrica
monitoraggio tecnico della performance:
È interessante fare alcune considerazioni anche dal punto di vista tecnico; siamo in possesso infatti di una serie di dati che ben esplicitano la performance podistica quali la frequenza del passo, l’oscillazione verticale del busto e il suo rapporto con l’ampiezza della falcata, i tempi di contatto al suolo e la simmetria degli appoggi andando anche a differenziare il piede destro dal piede sinistro.
Per esempio, per quanto riguarda la cadenza media di corsa, che rappresenta il numero di passi effettuati in un minuto (spm), possiamo rilevare che il nostro atleta ha fatto registrare 174 spm, dato vicino a quello riportato in letteratura di 180 spm e che viene considerato come la cadenza media ideale. (fig.4)
Importante a questo proposito considerare che tale dato va parametrato alla morfologia dell’atleta, oltre che alla distanza da percorrere.
Infatti per l’atleta in esame la cadenza di 174 spm risulta essere un valore eccellente, considerando le sue lunghe leve che caratterizzano un’altezza di ben 192 cm.
Fig. 4. Cadenza corsa
Interessante analizzare anche il rapporto tra l’oscillazione verticale del busto, che per l’atleta in questione è pari a 9.0 cm, e la lunghezza del passo o ampiezza della falcata, pari a 1.39 m. (fig. 5)
Il rapporto verticale è un rapporto costo-beneficio nel quale il costo si concretizza nell’oscillazione verticale e il beneficio nella distanza percorsa. Le ricerche e i test effettuati su numerosi atleti hanno dimostrato che più gli atleti sono allenati e veloci, minore è il rapporto verticale.
Minore è tale rapporto, migliore presumibilmente sarà la tecnica di corsa.
Fig. 5. Lunghezza passo
A queste considerazioni sono state aggiunte altre riflessioni, per esempio sui tempi di contatto al suolo e come sono variati dai primi km ai km finali in situazione di maggior affaticamento, ma anche la distinzione tra l’appoggio destro e quello sinistro e di conseguenza il bilanciamento in termine percentuale tra i due appoggi ; insomma una serie di dati importantissimi utilizzabili a posteriori al fine di poter preparare e affrontare la successiva performance un po’ più “attrezzati “ e soprattutto “consapevoli” di quanto può accadere in una situazione simile, un bell’aiuto per migliorarsi …
Io mi fermo qui, ma a chi interessa il monitoraggio completo riguardante tutti i parametri e su tutte e tre le frazioni , lo può trovare in forma integrale nel capitolo “ il monitoraggio della performance” del testo “la preparazione del triathlon 70.3 , la costruzione della performance in 100 giorni “ Calzetti Mariucci editori.
buona lettura