Katutura Project: missione compiuta!

Katutura Project: missione compiuta! 2
16 gen 2015

Katutura Project: missione compiuta!
Eh sì, obiettivo raggiunto: le vostre o meglio le nostre scarpe sono giunte a destinazione.

I piedi dei bambini delle baraccopoli di Windhoek e anche di molti dei loro genitori, hanno potuto calzare con grande sollievo ed entusiasmo le nostre scarpe.
Non ha prezzo avere l’opportunità, perché di opportunità si tratta, di calarsi in questa realtà e provocare sorpresa, sorrisi, festa.
Quando arrivi in quel posto, transitando lentamente con il furgone, studiando la zona più adatta per sostare tra loro… percepisci da subito un’atmosfera di perplessità, forse pregiudizio e titubanza, ma bastano pochi secondi: parcheggi il furgone, scendi, un “hi guys, come on!”, gli fai un sorriso che non puoi non fare e sei subito con loro, invaso e circondato da questa gente così semplice, trasparente e pulita.
Anche questa volta siamo riusciti a ricevere in cambio gioia e sorrisi.
Katutura Project non ha donato tablet o smartphone (vorrei che mi leggessero i miei figli Alvise e Vittoria), ma semplicemente scarpe e nemmeno nuove, ma da infilare subito, in tempo zero, senza libretto di istruzioni e collegamenti hi-fi, senza abbonamenti pre-pagati, senza auricolari, ma semplicemente scarpe per andare a scuola (chi ci va) o per camminare verso il lavoro senza bruciarsi i piedi o per giocare con un pallone sgonfio senza rompersi le unghie.

Ma sinceramente in tutto questo chi ci ha forse guadagnato di più siamo stati noi che abbiamo vissuto una splendida esperienza e ricevuto importanti riscontri.
Il mio amico e collega Manuel Canuto ha scattato le foto, ma non se ne è fatta nemmeno una assieme a loro e mi ha detto “non ti preoccupare Sergio, ho tutto qui, mi è rimasto tutto in mente”, perché è così, non le scordi certe esperienze.
Devo dire che i giorni prima avevo qualche timore sulle modalità di distribuzione perché il materiale era tanto e avevo qualche titubanza sulla possibilità di subire “assalti”, ma era un falso allarme: nonostante la “fame”, hanno vinto ancora una volta la civiltà, l’ospitalità e l’accoglienza di questa gente.
E’stata una festa!

Per questa missione portata felicemente a termine io assieme al mio “fido scudiero” Alessandro Fabian ci sentiamo di ringraziare innanzitutto chi ha avuto la sensibilità di donare il materiale (e siete tanti), ma anche la Federazione Italiana Triathlon, l’azienda Brooks e in particolare gli amici Salvo di Trapani e Alice Leandro che ci hanno creduto e tanto hanno fatto per
sostenere assieme a me ad Ale questo progetto.

Noi non ci fermiamo, tra qualche mese saremo di nuovo qui perché abbiamo ancora tanto altro materiale da distribuire…
Perciò la missione continua!
“Katutura Projec: non fare le scarpe all’Africa, donale”!

Grazie di cuore non solo da noi ma anche da parte di questi bambini…

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